Iniziamo

Arrivo tardi come al solito nel mondo informatico e mi cimento
cosi' per la prima volta con un Blog ....
Ma come dice il famoso detto popolare "Meglio tardi che mai".
Il seguente Blog tratta pertanto svariati argomenti: si va dalla vita personale a Fotografie, dalla Letteratura all'Arte in generale (Musica, Teatro, Cinema), dalla Storia alle Biografie di personaggi famosi, Viaggi, Ricette di Cucina, Eventi e notizie in generale.
Percio' Benvenuto a chiunque voglia seguire queste pagine.

martedì 30 aprile 2013

Città italiane da scoprire: Thiene gioiello sorprendente.

In Italia abbiamo paesi e paesaggi che sono dei veri e propri tesori da scoprire.
Mi ritengo una persona fortunata perchè ho avuto modo nel tempo di vedere parecchi di questi luoghi (e spero di continuare a visitarne ancora di nuovi) partendo dal profondo Sud, ovvero da casa mia, dalla Sicilia, risalendo poi pian piano fino ai confini del Nord con altre nazioni (elenco troppo lungo da riportare qui); ogni volta trovo borghi o posti interressanti per una viaggiatrice esigente come me.
Tra i tanti gioielli che ho avuto il piacere di visitare c'è anche la cittadina di Thiene.
In una domenica felice, di sole e di relax, con la mia famiglia ci siamo recati in questo comune del Veneto (appartenente alla provincia di Vicenza).
Come sempre correderò il seguente post di Fotografie scattate personalmente e seguite da una breve descrizione informativa.
Iniziamo proprio dalla prima descrizione che compare su wikipedia, dove alla voce "Thiene", si legge:

Situata al centro dell'ampia pianura nord vicentina, nella cosidetta zona della Pedemontana, Thiene è antica via per la Germania. Dista in linea d'aria 10 km da Schio, 20 Km da Vicenza e 22 km da Bassano del Grappa...

Thiene si presta dunque ad essere un buon punto di appoggio per poter visitare (nel caso in cui si voglia pernottare qualche weekend per una gita) anche le altre grandi città da cui è circondata.


Ricca di Palazzi storici, monumenti e dotata persino di un Castello, Thiene, con i suoi 23.900 abitanti, si presta ad essere una cittadina ricca di arte, cultura e storia tutta da scoprire.
Immergetevi lungo le vie del centro dove potrete fin da subito, nella piazza centrale, notare il Duomo e la sua possente Torre Campanaria, realizzata dall'architetto ed artista bolognese Sebastiano Serlio tra il 1640 e il 1655. A lato del Duomo, per chi fosse interessato, vi è anche un piccolo museo, inaugurato nel 1999, che raccoglie opere di Arte Sacra dei più svariati secoli e di artisti di notevole fama.

 
 


Proseguendo la vostra passeggiata per il centro, proprio nelle vicinanze del Duomo, potrete ammirare il Castello PortoColleoni Thiene, detto Castello di Thiene.
In realtà questo è un vero e proprio Palazzo che però strutturalmente ed  architettonicamente parlando evoca le fattezze di un vero e proprio Castello anche per via delle sue torri laterali e della cinta di mura merlata.
Costruito durante il XV secolo, per volere di Francesco Porto, ricco signore della città, il palazzo o castello, richiama lo stile architettonico gotico veneziano con successive modifiche, a partire dal '500, che lo hanno reso sempre più rinascimentale e ingrandito su più piani.
La famiglia Porto ha mantenuto la proprietà del palazzo fino al 1816 quando venne ereditato dalla famiglia Colleoni che lo tenne fino al 1918 prima di cederlo.
All'interno del castello sono presenti numerose opere artistiche ed affreschi (in particolare nella sala centrale) ad opera di pittori veneti del periodo.
Singolare inoltre è la Scuderia, che più che un luogo in cui si tenevano i cavalli sembra quasi per la sua bellezza artistica una ulteriore sala del castello.


 


Vicino al Palazzo/Castello, si trova la Cappella Gentilizia, ovvero la Chiesa della Natività della B.V. Maria, conosciuta anche con il nome di Chiesetta Rossa (Ceseta Rosa), ed edificata nel 1476, sempre grazie alla nobile famiglia Porto.
Anche questa struttura, come il vicino palazzo, richiama lo stile gotico e contiene inoltre elementi lombardeschi acquisiti con il tempo.
Internamente la chiesa, possiede una pianta rettangolare con volta a doppia crociera, mentre l'abside è pentagonale con volte a lunette.


 
 

Nei paraggi della Chiesa è visibile anche il Municipio di Thiene (datato 1888), dove in una grazioso parco e una statua/fontana ci si può rilassare un momento sulle panchine, all'ombra degli alberi godendosi un poco di tranquillità.



Continuando ad esplorare lungo le vie di Thiene, ritroviamo sul nostro percorso anche il Teatro cittadino.
Costruito in stile Liberty, l'opera venne iniziata dell'architetto Romano Dal Maso nel 1897, e venne completata dall'ingegner Cattaneo ad inizi del '900.
L'edificio possiede una sala ricca di elementi lignei (comprese le colonne che sorreggono le logge con 6 palchi).
L'inaugurazione ufficiale è avvenuta nell'aprile del 1905 con la messa in scena del Rigoletto.
Oggi il teatro è centro della vita culturale e sociale del comune di Thiene ed ogni anno si tiene una stagione teatrale classica ed una musicale che comprende danze e balli.
Il teatro è inoltre sede di convegni e manifestazioni varie.



Thiene possiede numerosi Palazzi ricchi di storia e affascinanti da visitare.
Tra questi ricordiamo Palazzo Pajello (XVI secolo), La Loggia del Podestà oggi Palazzo dedicato ai Caduti di Guerra, Palazzo Cornaggia (oggi sede di una splendida biblioteca, su più piani, che affianca al fascino dell'architettura classica alcune ricostruzioni più moderne).







Non voglio proseguire oltre con questo post o rischio di dilungarmi troppo e di diventare noiosa.
Inoltre la Storia di Thiene è lunga e ritrova origini già dai tempi dell'antica Roma, quindi sarebbe impossibile (o per lo meno ci vorrebbero molti piu' post) descriverla tutta.
Spero solo che il brevissimo tour fotografico e panoramico vi abbia convinto a farci un salto e a visitarla, perchè credetemi ve ne innamorerete a prima vista.
Una città cordiale, pulita e tranquilla che val la pena di visitare.
Vi lascio infine con una breve curiosità che forse vi invoglierà maggiormente ad andarci:
A Thiene sono state girate anche alcune delle scene del film "Il mercante di Venezia" con Al Pacino.
Buon giro turistico allora.


Fonti:

http://www.wikipedia.org

http://www.castellodithiene.com/it/

http://www.comune.thiene.vi.it/web/thiene/vivere/vivere-interna?p_p_id=ALFRESCO_MYPORTAL_CONTENT_PROXY_WAR_myportalportlet_INSTANCE_nc6A&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&template=/regioneveneto/myportal/html-generico-detail&uuid=fdfe6952-f17f-4a3b-9418-bc9c206669ac&contentArea=_Thiene_vivere-interna_Body1_&selVert=menu-contestuale_953d6015-437c-4e69-bf0d-236408c46241

lunedì 22 aprile 2013

Svendesi Italia. Considerazione personale su un Paese ormai al declino.

Giorni caotici e di incertezze e lor "Signori" cosa fanno ???
Continuano a perdere tempo (a nostre spese ben si intende) incapaci di governare e di mandare avanti una Nazione che oramai non brilla più di luce propria ma si vede sempre più opaca e indebolita.
Chi segue questo Blog è consapevole (non mi stancherò mai di ripeterlo) che non tratto di politica e che se in qualche post mi è scappato qualcosa in proposito è stato solo per uno sfogo (blog significa Diario e quindi qualche sassolino personale di tanto in tanto si può anche levare) in quanto stanca di questi politici parassiti che ci stanno succhiando anche l'anima.
Credo di interpretare in fondo il pensiero di molta gente che non ne può più di arrivare a fatica a fine mese e di vedere quelle belle facce da "cuculi" (usiamo una sorta di eufemismo) godersela e ridersela alle nostre spalle.
La rielezione di Napolitano ha dimostrato alla Nazione (e al Pianeta intero) che siamo oramai nelle mani di loschi personaggi che sempre più con i loro giochi politici ci impoveriscono trattandoci da marionette, pari a pezze da piedi.
Proprio oggi, il giornalista Marco Travaglio, esce sul sito on line del "Fatto Quotidiano" con un articolo interessante intitolato: Napolitano Bis, Funeral Party.
Travaglio apre il suo discorso paragonando ciò che sta accadendo in Italia ad un film horror dei migliori Stephen King o di Dario Argento.
Dove il cadavere Italia è oramai sepolto e sommerso da mafie, inciuci e le tante schifezze inimmaginabili che quei "Signori" di cui sopra dicevo continuano a perpetrare e a fare sul corpo già martoriato.
Scrive Travaglio:

E con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese). Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori “mai al governo con B.” va al governo con B., ufficializzando l’inciucio che dura sottobanco da vent’anni.
Per non darla vinta ai 5Stelle, s’infila nelle fauci del Caimano e si condanna all’estinzione, regalando proprio a Grillo l’esclusiva del cambiamento e la bandiera di quel che resta della sinistra (con tanti saluti ai “rottamatori” più decrepiti di chi volevano rottamare).
La cosa potrebbe non essere un dramma, se non fosse che trasforma la Repubblica italiana in una monarchia assoluta e la consegna a un governo di mummie, con i dieci saggi promossi ministri e il loro programma Ancien Régime a completare la Restaurazione.
Viene in mente il ritorno dei codini nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, con la differenza che qui non c’è stata rivoluzione né s’è visto un Napoleone.
Ma il richiamo storico più appropriato è Weimar, con i vecchi partiti di centrosinistra che nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler.
Qui per fortuna non c’è alcun Hitler all’orizzonte. Però c’è B., che fino all’altroieri tremava dinanzi al Parlamento più antiberlusconiano del ventennio e ora si prepara a stravincere le prossime elezioni e salire al Colle appena Re Giorgio abdicherà.

Possibile che nel sistema di comunicazione mediatico italiano debbano essere chiari solo alcuni giornalisti come Travaglio ?
Leggendo ciò che ha scritto, non viene in mente che possa anche aver ragione (e la ragione a mio avviso la ha di certo) scrivendo del fatto che è chiaro che un sistema mafioso è in atto ???
E tutto ciò a favore di chi ? Ovviamente del signor B. (come lui stesso scrive) incolpando (a buona ragione) il Partito Democratico complice di aver lasciato così, come sempre del resto, la strada spianata e libera ad un ladro buffone.
Non voglio proseguire oltre sono troppo stanca, arrabbiata e delusa.
Non voglio perdere altro tempo a scrivere con questi stati d'animo altrimenti è solo la mia bile a rimetterci. Mi piacerebbe però che la gente aprisse gli occhi una volta per tutte e che si rendesse conto che così continuando le cose si rischia solo di peggiorare e di avere un futuro non certo roseo.
Svegliati Italia e Svegliatevi Italiani !!!



Fonte di riferimento: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/22/napolitano-bis-funeral-party/571298/

lunedì 15 aprile 2013

Il personaggio di oggi: Abraham Lincoln.

Mentre oggi Google dedica il proprio pensiero ad Eulero (matematico e fisico del '700), il seguente blog invece opta per una direzione diversa e dedica il post che segue sotto ad un personaggio sempre attuale che ha fatto la storia degli Stati Uniti d'America, parlo di: Abraham Lincoln.
Sulla scia del successo ottenuto dal film di Spielberg del 2012, che ne tratta la biografia, e del videodocumentario girato per National Geographic (dal titolo "Killing Lincoln" con la presentazione di Tom Hanks), oggi 15 Aprile, non si poteva certo non scriverne.


ABRAHAM LINCOLN:

Nato in una fattoria di Hodgenville (Kentucky) nel febbraio 1809, da due contadini analfabeti, Lincoln andò via giovanissimo da casa per prestare servizio nell'esercito come capitano durante la Guerra di Aquila Nera.
Divenne poi un buon avvocato ed in poco tempo, grazie anche alle sue abilità politiche, venne eletto al Congresso degli Stati Uniti del 1846.
Con l'attività di avvocato viaggiò tantissimo fino a quando non decise di stabilirsi nella cittadina di Springfield.
Come si legge su Wikipedia:

A Springfield, Lincol, mise subito in mostra le sue abilità di oratore, tanto che durante i processi a cui partecipava la gente accorreva numerosa per ascoltarlo.
La gente capiva ciò che diceva grazie al suo linguaggio semplice.
Così Lincoln divenne famoso nell'ambiente legale dell'Illinois alla metà degli anni '50...

Persona semplice di linguaggio, grande oratore e abile avvocato, così compare quindi sulle scene politiche ottocentesche il giovane Lincoln.
Ma il suo percorso ancora è lungo e Lincoln rientra in gioco sul campo politico proprio nel 1854.
Nel 1854, infatti, Stephen A. Douglas (senatore e politico democratico dell'Illinois) redige una legge che prende il nome di "Kansas-Nebraska Act" dove si volevano formare due nuovi stati, quello del Kansas e quello del Nebraska appunto, per consentire a una linea ferroviaria di poter passare attraverso quei territori.
Il problema nacque nel momento in cui si dovette decidere se consentire o vietare lo schiavismo in questi due territori.
Ovviamente si optò per lo schiavismo, annullanto così i limiti della diffusione della schiavitù che erano stati inseriti nel "Compromesso del Missouri" del 1820 (accordo che era stato raggiunto in passato tra gli stati schiavisti e quelli antischiavisti riguardante appunto la regolazione della schiavitù nei territori del West).
Iniziarono dei grandi dibattiti dove Lincoln andò contro Douglas e quelle che erano le sue idee facendo riflettere la popolazione su nuove suddivisioni tra i paesi.
I due si ritrovarono nuovamente in lotta tra loro 6 anni dopo, nel 1860.
Nel Novembre 1860, infatti, Douglas e Lincoln vennero a contendersi un ruolo ancora più delicato e decisivo della storia americana, quello riguardante il posto da: Presidente degli Stati Uniti.
Vinse Lincoln che venne così eletto come 16° Presidente degli Stati Uniti d'America, divenendo così il primo repubblicano a raggiungere questa carica.
Il problema più grande che si ritrovò ad affrontare dopo la sua elezione, fu quello riguardante la secessione del Sud e quello della liberazione dalla schiavitù degli afroamericani.
Studiando tutti i metodi possibili, Lincoln arrivò all'abolizione della schiavitù in poco tempo, solo tre anni dopo la sua elezione, nel 1863, con il documento definito come: Proclamazione dell'Emancipazione.
La Proclamazione di Emancipazione è un documento diviso in due ordini esecutivi, dati da Lincoln, durante la guerra civile. Il primo documento, datato 22 settembre 1862, decretava la liberazione di tutti gli schiavi dai territori degli Stati Confederati d'America. Nel secondo documento, datato 1 gennaio 1863, veniva elencata formalmente una lista di 10 stati in cui il primo ordine doveva essere applicato.
Lincoln diviene così, il Presidente che pose fine alla schiavitù.
Ma non fu solo questo, infatti, Lincoln è stato inoltre in grado di mantenere unita la nazione sconfiggendo nella Guerra di secessione statunitense gli Stati Confederati d'America, qest'ultimi favorevoli ancora al mantenimento della schiavitù.
Alla fine della guerra, rieletto nuovamente presidente per la seconda volta, Lincoln incontra il generale Grant con cui discute della ricostruzione del Paese.
La sera del 15 Aprile 1865, insieme alla moglie, Lincoln si reca al Ford's Theatre di Washington, per vedere una commedia musicale intitolata "Our American Cousin".
Sono gli ultimi attimi di vita di Abraham Lincoln.
Seduto nel palco presidenziale infatti, Lincoln, viene brutalmente assassinato con un colpo di pistola calibro 44 alla testa, sparato da John Wilkes Booth (noto attore della Virginia e simpatizzante sudista).

CONCLUSIONE:

Abraham Lincoln è giustamente considerato come uno tra i più importanti e popolari presidenti degli Stati Uniti d'America.
Primo Presidente Repubblicano ad essere eletto, primo Presidente ad abolire la schiavitù e primo Presidente assassinato nella storia d'America.
Da semplice figlio di contadini a grande uomo politico, Lincoln, ha fatto la Storia con la "S" maiuscola ed oggi più che mai vi consiglio di andarvi a riguardare il film del 2012 o il videodocumentario di cui agli inizi scrivevo.



Fonti ed Immagini reperibili su:

Wikipedia

http://killinglincoln.nationalgeographic.com/

http://filmesegames.com.br/2013/leitor-nerd-lincoln/

martedì 9 aprile 2013

La zia Marchesa. Il secondo libro di Simonetta Agnello Hornby.

Non molto tempo fa avevo recensito in maniera positiva il libro di una scrittrice di cui fino ad allora avevo solo sentito nominare e che invece è una scrittrice di fama internazionale, parlo di: Simonetta Agnello Hornby.
Nel post di allora, il libro di cui avevo descritto, riguardava proprio quello che è stato il romanzo di esordio di questa scrittrice e che si intitola: La Mennulara.
Oggi invece, voglio scrivere di un altro suo testo, anche questo molto noto e che porta il titolo di:
La zia Marchesa.
Edito da Feltrinelli nel 2004, questo romanzo è il secondo testo scritto dalla Hornby (dopo la Mennulara, pubblicato nel 2002) che tratta sempre della Sicilia e di protagonisti di altri tempi.
Diviso in Due parti, il romanzo si compone di circa 318 pagine, contenenti 84 capitoletti o paragrafi a volte brevi, altri più lunghi, dove all'inizio di ognuno di essi vi si ritrova un proverbio siciliano come apertura.

LA TRAMA:

Ambientato nella seconda metà dell'Ottocento, nella provincia di Agrigento, il libro evoca attraverso i ricordi personali di Amalia Cuffaro, la storia della nobile famiglia Safamita e della baronessina Costanza, di cui la donna era stata balia e servitrice.
Ma non sono solo i ricordi di Amalia a raccontarci la storia, perchè essa in realtà si svolge a doppio filo: da un lato le memorie della donna, raccontate alla nipote Pinuzza, con cui vive in una grotta umida e malconcia; da altra parte il racconto viene anche svolto dalla narratrice stessa attraverso la storia di Costanza.
In una Sicilia che cambia a causa del crollo del regno borbonico e della vendita dei beni ecclesiastici, dove ha origine così quel potere oscuro e fattosi nel tempo sempre più forte quale è la Mafia, le storie dei Safamita, aristocratici di elevata importanza, si fanno avanti prepotentemente.
In particolar modo, la storia di Costanza, amata e protetta dal padre ed odiata invece dalla madre che preferiva avere un erede maschio.
Nata rossa di capelli, in una Sicilia ancora superstiziosa (ricordate Rosso Malpelo ?), Costanza si trova così a ricercare un amore materno che non troverà mai e a dover combattere contro i pregiudizi sul colore della sua testa.
Quando il padre, il barone Domenico Safamita, a fronte delle delusioni avute dai due figli maschi, designa Costanza come unica erede del prestigio e delle ricchezze dei Safamita, iniziano dei nuovi guai per questa povera giovane donna che si ritroverà così ad affrontare una vita mondana di cui in realtà non vorrebbe far parte e che la vede costretta ad acquisire una nuova identità sociale.
Il matrimonio con il marchese Pietro Patella di Sabbiamena, affascinante ma "spiantato e dissoluto" (definizione riportata nel retro del testo) avrà una rotta di alti e bassi che si concluderanno in maniera brusca per la giovane Safamita.

CONCLUSIONE:

Come per il primo romanzo, La Mennulara, anche con questa seconda opera, La zia Marchesa, ci ritroviamo in Sicilia.
Solo che stavolta non è più la Sicilia moderna degli anni '60, ma invece, come abbiamo visto sopra, si tratta di una Sicilia ancora arcaica dell'Ottocento che però va trasformandosi pian piano.
Il romanzo prende in analisi 36 anni di storia della famiglia Safamita ed il lettore a tutto il tempo per imparare a conoscere queste figure così complesse e delicate.
La scrittrice rivela, attorno alla storia di questa famiglia, parte di quella storia siciliana che ha visto il mondo aristocratico perdere fascino e potere con la nascita del Regno d'Italia.
Anche questo romanzo vede delle donne come protagoniste.
Se nella Mennulara vi era la storia di Rosalia Inzerillo, serva e "criata" (balia-domestica), della nobile famiglia degli Alfalippe; adesso invece, con La zia Marchesa, le donne sono due: da una parte la povera Amalia Cuffaro, anche lei balia e serva di una famiglia potente; dall'altra parte Costanza ricca e gentile d'animo che viene sopraffatta dagli eventi che la circondano e che sono piu' grandi di lei.
Libro che, nonostante certi dialettismi (di facile comprensione però perchè sono più italianizzati), si legge in maniera scorrevole e che affascina il lettore fino alla fine.
Figure nel complesso ben definite e di cui poco per volta la sapiente mano della scrittrice ne svela i segreti più nefasti.
Simonetta Agnello Hornby si conferma con questo libro una scrittrice abile e attenta ai dettagli.




domenica 7 aprile 2013

Ancora Cioccolata dopo Pasqua con la ricetta del "Fondant di Cioccolato Amaro".

Non contenta della quantità industriale di Uova di Pasqua ingerite nelle festività ho deciso di postare una ulteriore ricetta "Cioccolatosa" che ho sperimentato tra i fornelli di casa questa settimana, ovvero: la Fondant di Cioccolato Amaro.
Prendete carta e penna e segnatevi gli ingredienti e la preparazione; tenete inoltre a mente che la seguente ricetta si prepara in circa mezzora e che la quantità delle dosi degli ingredienti sotto descritti è per circa 6 persone. Iniziamo.

INGREDIENTI:

250 gr. di cioccolato extrafondente 70%; 200 gr. di burro; 4 uova; 100 gr. di zucchero a velo.

PREPARAZIONE:

Scaldate il forno ad una temperatura di 180°.
Spezzate la cioccolata e fondetela a bagnomaria unendo dei pezzi di burro e mescolando per bene tutto. Unite lo zucchero a velo, continuate a mescolare fino a quando non otterrete una pasta liscia ed omogenea.
Incorporate le uova una ad una sbattendo con la frusta e versate tutto in uno stampo da plumcake ben imburrato ed infarinato.
Cuocete per 25/30 minuti in forno.
Sfornate, lasciate raffreddare ed infine servite il vostro "Fondant" tagliandolo a fette.

Immagine ripresa dal sito: iltrovaricette.blogspot.com

giovedì 4 aprile 2013

Enzo Jannacci e Franco Califano l'addio a due grandi cantanti.

Le vacanze di Pasqua hanno visto nel mondo della Musica perdere due grandi personaggi quali Enzo Jannacci e Franco Califano.
Padri di quantità innumerevoli di testi cantati sia personalmente quanto scritti per altri (ammetto la mia ignoranza svelando che ho scoperto solo ora che è stato Califano a scrivere una delle piu' belle canzoni, poi cantate dall'armoniosa voce di Mia Martini, parlo di Minuetto) questi due Signori hanno lasciato un segno profondo nella storia della musica italiana e nei rapporti umani.
Pertanto il post blog di oggi è composto da queste poche semplici righe ed è dedicato invece alla visione e all'ascolto di due loro video/canzoni.
Il primo è un video di Jannacci e Dario Fo che cantano la canzone "Ho visto un re" (canzone che venne in anni passati censurata dalla Rai, probabilmente perchè Jannacci era anche provocatorio ed ironico, ma i signori censori di allora non capivano che era comunque pur sempre un uomo galante e di buon senso).


L'altro video invece è dedicato a Franco Califano. Uomo malinconico e appassionato, genuino e schietto.
E mi pareva il titolo giusto quello della sua canzone "L'ultimo amico va via" (canzone del 1972).


In conclusione: Ciao ragazzi !